da patologie. Come loro tantissimi altri cani, utili socialmente – si pensi ai cani che pattugliano i mari con la capitaneria, a quelli guida per i ciechi, tanto per citare alcuni esempi – ma anche appartenenti a famiglie private ma che necessitano di semplici regole o di più complessa rieducazione, ai cani che vengono adottati in questi giorni e che necessitano di inserimento in famiglia e di socializzazione, o che si dedicano ad allenamenti di agility.

Il settore della cinofilia è escluso dalle concessioni del governo centrale per la fase 2, ma anche dalle ordinanze emanate dalla Regione Puglia. E non se ne comprende il motivo nelle motivazioni che ha ricevuto in risposta Marco Scialpi, presidente della Scuola Cinofila Italiana Soccorso Acquatico e Ricerca, responsabile anche per l’Italia meridionale del Settore Cinofilia di Aics, associazione riconosciuta dal Coni quale Ente Nazionale di Promozione Sportiva.

Scialpi, interpretando le richieste di tutte le associazioni che operano nel settore, si è appellato al governatore Emiliano perché l’attività di educazione e istruzione, svolge una funzione di servizio alle famiglie che possiedono un cane. Attività dai risvolti positivi sia sui professionisti interessati, privati dei loro minimi introiti da quasi due mesi, ma anche sulle famiglie. “Sono cani la cui preparazione richiede un certo impegno, un impegno costante – spiega Scialpi – due mesi di blocco potrebbero fortemente compromettere le efficienze future dei cani e dei conduttori”.

Le attività, garantiscono, avverrebbero in assoluta sicurezza: in spazi molto ampi, in sessioni individuali con la presenza del solo addestratore e del cane, con ampia distanza nel caso ci fossero due operatori. Di più: si adotterebbe il vincolo delle prenotazioni degli allenamenti così da evitare di incontrare altri utenti e il personale sarebbe munito di dispositivi. Per la Regione Puglia non si può autorizzare perché manca il codice ateco nel dpcm che autorizza le ripartenze. Ma è lo stesso della toelattura consentita invece dall’ordinanza pugliese. “Non comprendiamo – spiega ancora il presidente Scialpi – le motivazioni del diniego, abbiamo inotrato alla Regione una ulteriore richiesta evidenziando proprio questo particolare: il codice Ateco dei toelettatori utilizzato in Puglia e nel resto d’Italia, è lo stesso identico codice Ateco utilizzato dall’operatore cinofilo professionista o dalla stessa associazione Sd, ssd che sia”.

Liguria, Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna hanno acconsentito alla ripresa delle attività.

Fonte TeleRama News

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